Displasia dell’anca del cane: cura e prevenzione
La displasia dell’anca è una delle patologie articolari più comuni nei cani e può compromettere significativamente la loro qualità di vita. Questa condizione colpisce l’articolazione coxo-femorale, causando instabilità, dolore e, nei casi più gravi, artrosi progressiva. È una malattia che si sviluppa principalmente per fattori genetici, ma anche elementi ambientali come alimentazione, peso corporeo e livello di attività fisica possono influenzarne l’insorgenza e la gravità.
Se non trattata, la displasia può portare a una progressiva riduzione della mobilità e del benessere del cane. Per questo motivo, è fondamentale riconoscere i sintomi precocemente e intervenire con terapie adeguate, che possono variare da trattamenti conservativi a opzioni chirurgiche nei casi più avanzati.
In questo articolo analizzeremo cos’è la displasia dell’anca, le sue cause, i sintomi principali, i metodi di diagnosi e le strategie di trattamento, inclusi consigli su alimentazione e gestione quotidiana.
La displasia dell’anca è una malformazione dell’articolazione tra il femore e l’anca. In un cane sano, la testa del femore si incastra perfettamente nella cavità acetabolare dell’anca, permettendo un movimento fluido e senza attrito. Nei cani affetti da displasia, questa conformazione è alterata: l’articolazione risulta instabile, causando un consumo anomalo della cartilagine e lo sviluppo di infiammazione e dolore.
Con il tempo, la degenerazione articolare porta a una forma di artrosi progressiva, che limita la mobilità del cane e può rendere dolorose anche le attività quotidiane come camminare, correre o alzarsi da terra.
La displasia dell’anca può colpire cani di tutte le taglie, ma è più comune nelle razze di grande e media dimensione. È una patologia che inizia a svilupparsi nei primi mesi di vita, anche se i sintomi possono manifestarsi più tardi, quando l’articolazione ha subito un deterioramento significativo.
La displasia dell’anca è una malformazione articolare che colpisce numerose specie animali, in particolare i cani di taglia media e grande. Questa patologia si sviluppa quando l’articolazione coxo-femorale non si forma correttamente durante la crescita, portando a un’incongruenza tra la testa del femore e l’acetabolo (la cavità semisferica dell’osso che accoglie la testa del femore formando l’articolazione dell’anca).
Il fattore genetico è predominante: numerosi studi hanno dimostrato l’ereditarietà poligenica di questa condizione, con oltre 20 geni coinvolti che influenzano lo sviluppo scheletrico, la produzione di collagene e la stabilità articolare. Cani di razze predisposte come Pastore Tedesco, Labrador, Golden Retriever e Rottweiler mostrano un’incidenza significativamente maggiore.
Altrettanto cruciali sono i fattori ambientali che interagiscono con la predisposizione genetica. Un’alimentazione sbilanciata, soprattutto nelle fasi di rapida crescita, può peggiorare il problema: diete ipercaloriche o con eccessivi livelli di calcio e vitamina D accelerano la crescita scheletrica in modo anomalo, compromettendo lo sviluppo articolare. Per questo motivo si consigliano sempre alimenti di alta qualità, soprattutto per le razze più a rischio.
La displasia dell’anca è una condizione multifattoriale, ovvero influenzata sia da componenti genetiche che ambientali. Comprendere questi fattori è essenziale per ridurre il rischio e gestire la malattia in modo efficace.
La principale causa della displasia dell’anca è la predisposizione genetica. Si tratta di una malattia ereditaria, trasmessa dai genitori ai cuccioli attraverso il DNA. Alcune razze sono più predisposte di altre, tra cui:
Per questo motivo, gli allevatori responsabili effettuano test radiografici sui riproduttori, selezionando solo cani esenti da displasia per ridurre il rischio di trasmissione ai cuccioli. Tuttavia, la genetica non è l’unico fattore da considerare: anche l’ambiente e la gestione del cucciolo giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della malattia.
Anche se un cane è geneticamente predisposto alla displasia, il modo in cui cresce e viene gestito può influenzare la gravità della malattia. Tra i principali fattori ambientali troviamo:
I sintomi della displasia dell’anca variano a seconda della gravità della malattia e dell’età del cane. Nei cuccioli, i segni possono essere più lievi e difficili da notare, mentre nei cani adulti con artrosi avanzata il dolore è spesso evidente.
Se noti uno o più di questi sintomi nel tuo cane, è essenziale consultare un veterinario per una diagnosi accurata.
La diagnosi della displasia dell’anca nei cani viene effettuata attraverso una serie di esami veterinari che permettono di valutare la condizione articolare e il livello di gravità della malattia. Il primo passo è l’esame clinico, durante il quale il veterinario osserva il cane in movimento e analizza la sua postura, la deambulazione e la presenza di eventuali segni di dolore o rigidità. Durante la visita, vengono eseguiti test specifici per valutare la mobilità dell’anca e identificare eventuali anomalie.
Uno dei test più utilizzati è il test di Ortolani, che permette di verificare la presenza di instabilità articolare: il veterinario esercita una lieve pressione sulla zampa posteriore del cane e osserva se si verifica un caratteristico “scatto”, segno di una lussazione parziale della testa del femore.
Per una diagnosi definitiva, è necessario eseguire delle radiografie, che rappresentano il metodo più preciso per valutare la conformazione dell’articolazione e il grado di displasia. Le radiografie vengono effettuate in sedazione o anestesia leggera, in modo da ottenere immagini nitide e accurate senza che il cane provi dolore o si muova durante l’esame. Grazie a queste immagini, il veterinario può classificare la gravità della displasia e suggerire il trattamento più adeguato.
Il trattamento della displasia dell’anca varia in base alla gravità della condizione e all’età del cane. Nei casi più lievi o nelle fasi iniziali della malattia, si può optare per una terapia conservativa, che mira a gestire i sintomi e rallentare la progressione della patologia. Questo approccio include:
Nei casi più gravi, quando la displasia compromette seriamente la mobilità e il benessere del cane, può essere necessario ricorrere alla chirurgia. Tra le opzioni chirurgiche disponibili ci sono:
La displasia dell’anca è una condizione che può essere gestita al meglio con alcune accortezze quotidiane e con la giusta prevenzione, soprattutto nei cuccioli. Nei primi mesi di vita, le articolazioni del cane sono ancora in fase di sviluppo, quindi è fondamentale evitare esercizi eccessivi o attività che possano mettere sotto stress le anche, come salti ripetuti, corse su superfici dure o giochi troppo intensi. Un’attività fisica moderata e controllata aiuta a ridurre il rischio di sviluppare la patologia in modo più grave.
Un altro aspetto importante è il monitoraggio regolare della salute del cane. Portarlo dal veterinario o trova un veterinario vicino a te per controlli periodici permette di individuare precocemente eventuali segnali di displasia e intervenire tempestivamente con terapie adeguate. Una diagnosi precoce può fare la differenza nel rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita del cane.
Per i cani già affetti da displasia, alcune attività possono aiutare a mantenere una buona mobilità articolare. La fisioterapia e il nuoto, ad esempio, sono ottime soluzioni perché permettono di rafforzare i muscoli senza sovraccaricare le articolazioni. Il nuoto, in particolare, è un esercizio a basso impatto che aiuta a migliorare il tono muscolare senza causare dolore.
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